Fobie specifiche

Fobie Genova

Una fobia è una paura che provoca una forte risposta ansiosa non giustificata da una reale minaccia. La situazione temuta non è davvero pericolosa, infatti, nella maggior parte degli individui, non crea alcun timore. Basti pensare alla fobia da ascensore, da metropolitana, dei piccioni o dei cani anche di piccola taglia. La maggior parte delle situazioni temute da chi ha una fobia riguardano aspetti della normale quotidianità, con cui tutti noi ci confrontiamo ogni giorno. È, in buona sostanza, una forte reazione di paura, riconosciuta come eccessiva o irrazionale, che si determina quando ci si trova in una determinata situazione o in presenza di un particolare animale o oggetto. Inoltre l’ansia provocata da tali situazioni cessa immediatamente nel momento in cui la persona che ne soffre si allontana dalla situazione temuta, quindi torna a comportarsi normalmente, seppure mantenga un certo stato di allarme per il timore che l’oggetto della paura si ripresenti.

Le fobie sono tante e possono essere legate alle situazioni più disparate. Le più frequenti sono:

  • Agorafobia (letteralmente significa paura degli spazi aperti, in realtà è la paura di sentirsi male in una situazione in cui può essere difficile ricevere aiuto o sostegno);
  • Claustrofobia (paura dei luoghi chiusi);
  • Ereutofobia (paura di arrossire, questa è una paura tipica della fobia sociale);
  • Sessuofobia (avversione morbosa per le pratiche di natura sessuale);
  • Zoofobia (paura degli animali);
  • Aracnofobia (paura dei ragni);
  • Chiroptofobia (paura dei pipistrelli);
  • Dismorfofobia (paura di non avere un aspetto normale o, più semplicemente, di non avere un bell’aspetto; presente specialmente nei giovani);
  • Tanatofobia (paura di morire);
  • Aerofobia (paura di volare);
  • Acrofobia (paura dell’altezza; paura di cadere o di perdere il controllo e lanciarsi nel vuoto);
  • Idrofobia (paura dell’acqua, in particolare delle acque profonde);
  • Emetofobia (paura di vomitare);
  • Ematofobia (paura ed orrore nel vedere il sangue).

Fobia/Ansia Sociale

La fobia sociale è uno dei disturbi d’ansia più frequenti. Si presenta in situazioni in cui si teme il giudizio degli altri; in particolare in quelle di tipo prestazionale. La voglia di fare bella figura e la paura di essere criticati o rifiutati sono esperienze piuttosto comuni che trovano ragione in una funzione evoluzionistica che serviva a tenere le persone vicine alla “tribù”. Essere espulsi dalla comunità e doversi allontanare dal gruppo in età preistorica era pericoloso e voleva dire andare incontro a “una brutta fine”. Non si poteva sopravvivere in un mondo pieno di pericoli senza l’aiuto degli altri.

Una modesta ansia sociale è, quindi, protettiva, ma quando è troppa diventa patologica, compromettendo il buon funzionamento di una persona. Diventa eccessiva quando ci si sente costantemente sotto esame, come se tutti ci guardassero insistentemente, anche in situazioni che di per sé non prevedono un giudizio. Coloro che soffrono di ansia sociale temono di comportarsi in un modo che li umilī, hanno paura di apparire ridicoli, deboli, sciocchi o inadeguati.

La fobia sociale può manifestarsi in diverse situazioni: durante una conversazione con una persona appena conosciuta, essendo osservati mentre si svolge una qualsiasi attività, quando si deve parlare a più persone o intervenire durante una riunione.

La manifestazione d’ansia sociale si manifesta in tre fasi.

La prima è anticipatoria e precede la prestazione vera e propria. La persona vive un forte disagio in attesa dell’evento temuto, immaginando quello che succederà in termini catastrofici.

La seconda fase è caratterizzata dall’ansia situazionale. La persona durante l’esposizione sociale cerca disperatamente di controllare i propri comportamenti e i sintomi d’ansia che le creano imbarazzo, come per esempio il tremito della voce e delle labbra, il sudore ascellare, il rossore del viso, etc., ottenendo il risultato di peggiorare il problema. L’attenzione focalizzata su se stessi non fa altro che aumentare il livello d’ansia e i sintomi neurofisiologici ad esso correlati.

La terza fase si presenta, infine, quando la situazione sociale temuta si è conclusa. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, il disagio e il malessere psicologico persistono. La persona inizia a rimuginare su quanto accaduto, valutando la propria prestazione che giudica sempre catastrofica. La persona tende a sovrastimare in senso negativo il suo comportamento, determinando un allungamento del tempo della sua sofferenza e costruendo le premesse per un incremento dell’ansia quando dovrà affrontare la medesima situazione.

Dr Marino Donà
Psicologo e Psicoterapeuta Genova

Dr Marino Donà
Psicologo e Psicoterapeuta a Genova
Iscritto all’Albo Professionale degli Psicologi N. 2147
Laurea in Scienze Politiche presso l’Università di Genova; Laurea in Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni (vecchio ordinamento) presso l’Università di Torino; Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale presso l’Istituto Miller

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