Disturbi di Personalità

La personalità è l’organizzazione dinamica interna all’individuo di quei sistemi psicofisiologici che determinano il suo peculiare modo di pensare e comportarsi. È quell’insieme di caratteristiche relativamente stabili del proprio modo di essere. Un insieme di tratti che rende unici. Si mantiene grazie al bagaglio di convinzioni che la persona ha di sé e del mondo ed è determinata prevalentemente dalla genetica, dalla biologia o, comunque, da fattori scarsamente controllabili. Per certi versi è il comportamento prevedibile, il repertorio personale di azioni e reazioni verso l’ambiente che si ha intorno.

Il significato che le persone comuni danno al concetto di personalità è differente da quello dato dai professionisti. Le prime usano il termine carattere, il quale è il deus ex machina delle spiegazioni che esse danno dei propri e altrui comportamenti disfunzionali, ritenendo che esso sia immodificabile. Detto modo di pensare può condizionarle e renderle arrendevoli.

Tuttavia è importante cambiare per migliorare. Quando non si sta bene, non si può pretendere che cambi il mondo, bisogna cambiare se stessi.

Ognuno ha un suo stile di personalità che è costituito da un insieme di tratti, intesi come comportamenti costanti e ripetitivi su base genetica. Più i tratti sono rigidi e pervasivi più lo stile di personalità è patologico sino a determinare un disturbo di personalità.

Si può comprendere quali sono le conseguenze provocate da un disturbo di personalità utilizzando una metafora. Si immagini che la persona che ha questo disturbo indossi un paio di occhiali colorati capaci di cambiare il modo di vedere il mondo. Se indossa occhiali con lenti blu, vedrà i colori falsati. Per quanto le si dica che una certa luce è rossa lei la vedrà verde. Pertanto o si fida di quello che le viene detto e accetta che detta luce sia di colore rosso, o darà seguito a quanto le trasmettono i sensi, continuando a credere che sia verde. Nel caso in cui l’erronea percezione del rosso non crei alcun rischio o difficoltà quella persona non avrà grossi problemi, una scelta o l’altra cambieranno poco. Ipotizzando, invece, che la luce rossa sia quella di un semaforo, la sua erronea percezione potrebbe creare un grave pericolo. Pertanto, in quest’ultimo caso, sarebbe fondamentale che imparasse a riconoscere il rosso per non causare incidenti e danni conseguenti a sé e ad altri.

L’ansia e la depressione non modificano la percezione della realtà (sostanzialmente non ci sono lenti colorate). Creano in chi le subisce una certa distonia, cioè portano a una sofferenza cosciente. Chi ne soffre si accorge di non stare bene e vuole “guarire”. Di solito chiede aiuto. Al contrario, chi ha un disturbo di personalità è sintonico, chi ne soffre non riconosce di avere un problema. Non chiede aiuto. Ad esempio un narcisista difficilmente pensa di avere un problema. Se però le sue alte aspettative vengono deluse è possibile che sviluppi una certa distimia, tristezza o leggera depressione, quindi si renderà conto di non star bene e chiederà aiuto.

Dr Marino Donà
Psicologo e Psicoterapeuta Genova