Ansia

Ansia Genova

L’ansia è l’anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuri, accompagnata da sentimenti di angoscia e da sintomi fisici di tensione. Procura uno stato incessante di allarme, la sensazione che qualcosa di brutto stia per accadere. Nasce da bisogni e desideri che vogliamo assolutamente soddisfare e dal timore che cose pericolose o dannose si possano verificare. Se accettassimo in modo passivo tutto ciò che ci accade, non saremmo ansiosi. L’ansia è una parente stretta della paura, con la sola differenza che rispetto a quest’ultima le manca l’oggetto. Se nel corso di una gita incontriamo un serpente, abbiamo paura. Se durante quella gita, invece, temiamo di incontrare un serpente, allora proviamo ansia. Nel primo caso il serpente è l’oggetto della paura, nel secondo caso, invece, non c’è l’oggetto, non c’è il serpente, ma “solo” il timore (l’ansia) di poterlo incontrare. Inoltre nella paura il pericolo è evidente ed immediato, mentre nell’ansia la minaccia non è ben chiara e si colloca in un imprecisato futuro, obbligando a vivere costantemente nell’attesa di un pericolo percepito come imminente.

Eppure l’ansia entro certi limiti è una cosa buona, ancorché chi ne soffre stenti a crederlo. L’ansia si può manifestare con diverse intensità. Sino a un certo grado aiuta, oltre diventa disfunzionale e ostacola. Essa, quando è semplice preoccupazione, vigilanza o sana prudenza protegge, aiuta a prendere le giuste decisioni, a fare le cose con buon senso e porta, di solito, a risultati positivi, come ad esempio quando porta a guardare con attenzione prima di attraversare la strada, a guidare entro i limiti di velocità, a non mangiare cibi andati a male e a impedire di passeggiare di notte in quartieri malfamati. In questi casi è utile, sana e preserva la vita.

Al contrario, quando è esagerata, arreca danno, fa perdere il controllo, reagire male, assumendo la forma del panico, delle ossessioni, dei tremori, della mancanza d’aria, del peso al petto, della confusione mentale, etc. In questi casi diventa distruttiva e rovina l’esistenza.

Disturbo d’Ansia Generalizzata

Il disturbo d’ansia generalizzata è caratterizzato da sintomi psicosomatici persistenti indotti da una o più preoccupazioni che appaiono sproporzionate rispetto agli eventi temuti, pervasive e difficilmente controllabili. Il contenuto di queste preoccupazioni, di solito, riguarda la salute, la famiglia, il denaro e il lavoro. Le persone che hanno questo disturbo si descrivono come eccessivamente nervose o sensibili e riferiscono di sentirsi ansiose da sempre. La tendenza a preoccuparsi è cronica. La persona ha difficoltà a controllare la preoccupazione e fatica a mantenere l’attenzione su quello che sta facendo. I sintomi d’ansia comprendono in genere tensione nervosa, tremori, dolori muscolari e uno stato di agitazione eccessiva (nervi a fior di pelle) con irrequietezza, irritabilità, difficoltà di concentrazione o vuoti di memoria. Nel corso del disturbo il focus delle preoccupazioni può cambiare dal timore di un evento negativo a un altro. Inoltre, col passare del tempo, il continuo preoccuparsi può contribuire a determinare un senso di eccessiva stanchezza, cefalea tensiva, disturbi epigastrici e insonnia.

La caratteristica principale del disturbo d’ansia generalizzata è, quindi, la presenza della preoccupazione. Ciò che rende la preoccupazione patologica nel disturbo d’ansia generalizzata non è il suo contenuto, ma la percezione che sia eccessiva e incontrollabile.

La difficoltà a controllare la preoccupazione procura un significativo disagio e la compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre importanti aree della vita.

Ipocondria, Ansia da malattia e Disturbo da Sintomi Somatici

Capita a tutti di tanto in tanto di preoccuparsi per la propria salute, se non altro per capire le ragioni di alcune sensazioni fisiche avvertite. Chi non si è mai chiesto almeno una volta se il proprio mal di stomaco non dipenda da ciò che ha mangiato, ma piuttosto da qualcosa di più grave come per esempio un’ulcera; oppure se il proprio mal di testa più che la conseguenza di una giornataccia non sia il sintomo di un tumore al cervello; o se il dolore avvertito al petto non sia la conseguenza di un po’ di stress accumulato al lavoro, ma il sintomo di un problema cardiaco?

La paura di una morte improvvisa o di una prolungata agonia affliggeva l’uomo già in tempi passati e, purtroppo, lo angoscia ancora oggi, poiché, per quanti progressi abbiano fatto la scienza e la tecnologia, l’uomo non è riuscito a liberarsi dalle sue paure più grandi: la sofferenza fisica e la morte. La medicina ha elaborato metodiche diagnostiche e terapie sempre più avanzate, ma non sono ancora davvero efficaci nei confronti di molte malattie, alcune anche molto gravi. Oggi si parla continuamente di prevenzione e della necessità di arrivare a una diagnosi precoce al fine di poter scoprire in tempo le malattie più gravi. Vengono, pertanto, suggeriti esami da eseguire periodicamente, specialmente raggiunta una certa età, con la speranza che una volta scoperta la malattia ancora in fase preliminare, ci sia una terapia che sappia sconfiggerla. Quindi si è continuamente focalizzati sul rischio di ammalarsi gravemente, creando rispetto alla salute una sorta di emergenza continua. Ogni minimo sintomo potrebbe essere l’avvisaglia di un male che, se ignorato, potrebbe rivelarsi fatale. Il messaggio che passa più spesso è la necessità di scoprire per tempo la malattia. Molti, pertanto, vivono in uno stato di allerta perenne.

Ne consegue che oggi l’uomo ricorre ad analisi cliniche più spesso del necessario. Questo comportamento diffuso innesca il fenomeno paradossale di aumentare e cronicizzare l’ansia e la preoccupazione rispetto al rischio di avere una malattia. Eseguire continui accertamenti non fa altro che aumentare la preoccupazione invece di ridurla. La rassicurazione che proviene dall’esito negativo di un esame dà un certo benessere iniziale, ma col tempo perde il suo effetto benefico e mantiene il problema.

Alcune persone più fragili sviluppano un vero e proprio disturbo clinico. La percezione della malattia temuta diventa reale e l’impatto sulla mente invasivo. Non si accontentano di referti che dicono che “non c’è nulla”, ma sentono il bisogno impellente di eseguire ulteriori esami clinici. Questo innesca un circolo vizioso senza fine, nel quale l’individuo più è rassicurato, più si sente insicuro e più ricerca ulteriori rassicurazioni. In questa situazione si delinea la condizione principale del quadro clinico della persona ipocondriaca che va a influenzare pesantemente la qualità della sua vita.

Dr Marino Donà
Psicologo e Psicoterapeuta Genova

Dr Marino Donà
Psicologo e Psicoterapeuta a Genova
Iscritto all’Albo Professionale degli Psicologi N. 2147
Laurea in Scienze Politiche presso l’Università di Genova; Laurea in Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni (vecchio ordinamento) presso l’Università di Torino; Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale presso l’Istituto Miller

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